Mi occupo da tanti anni di orientamento per la scuola superiore, aiuto gli studenti di terza media e i loro genitori a compiere una scelta consapevole, ovvero li affianco per prendere una decisione che tenga conto di tutte le variabili in gioco.
Solo così è possibile fare una scelta che abbia la maggiore probabilità di rivelarsi giusta nel tempo.
Il mio campo di azione professionale spazia dall’intervento come psicologa nelle scuole medie, all’insegnamento all’Università, dalla psicoterapia nello studio privato, alle docenze in corsi professionali di ogni tipo. Ed ogni volta mi trovo a fare i conti con frasi come queste:
“Ho sbagliato scuola.”
“Ho frequentato la scuola superiore che hanno deciso i miei genitori.”
“Non mi hanno permesso di frequentare la scuola che desideravo: perché era troppo lontana da casa, perché a detta loro non era adatta a me, perché mi hanno fatto seguire le orme di mio fratello o mia sorella.”
“Ho interrotto gli studi perché non mi piaceva – non ero all’altezza – non so perché.”
“Se avessi fatto una scelta diversa le cose sarebbero andate in modo diverso e migliore.”
Ascolto rimpianti, recriminazioni, disillusione, confusione, scoraggiamento.
Cosa si può fare per ridurre al minimo questi vissuti? O meglio, cosa si può fare per intraprendere il percorso di vita più adatto a se stessi? Per costruire il proprio futuro e la propria felicità?
SE FREQUENTI LA TERZA MEDIA E DEVI SCEGLIERE LA SCUOLA SUPERIORE
Ricorda che devi scegliere tu e nessun altro al tuo posto.
E’ fondamentale ascoltare il parere degli insegnanti e dei genitori perché ti conoscono da molto tempo, sono adulti e con più esperienza, possono farti vedere le cose da tante prospettive che forse non hai considerato.
Tuttavia, talvolta i genitori commettono due tipi di errore, anche se fatti in buona fede.
Primo: credono che se loro sono fatti in un certo modo ed hanno compiuto delle scelte giuste, i figli debbano seguire la loro strada.
Il pensiero erroneo sottostante è “Se è andata bene per me, perché non dovrebbe andar bene per te?” Oppure “Ma io ho costruito tutto questo, non puoi abbandonarlo, a chi lo lascio?” O ancora “Io ti conosco e so che tu non puoi fare più di questo.”
A volte queste frasi vengono pronunciate, altre volte no, ma sono intuite o sapete che i vostri genitori pensano proprio questo.
Secondo: se hanno fatto delle scelte sbagliate e soffrono di frustrazione, si aspettano che i figli realizzino ciò in cui non sono riusciti loro.
Il pensiero di sottofondo è “Non fare lo stesso errore che ho commesso io”oppure “Arriva tu dove io non ho potuto”.
Voi figli avete ereditato molte cose da mamma e papà, però non dimenticate mai che questa è la vostra vita, e avete il diritto e il dovere di realizzarvi in ciò che vi distingue da tutti gli altri.
Il modo migliore per scegliere serenamente senza entrare in conflitto e rispettando desideri, aspettative e paure di tutti i componenti della famiglia, è il dialogo. Se voi siete convinti della decisione che volete assumere e i vostri genitori vi ostacolano, spiegate bene il perché e le motivazioni che vi guidano. Se i vostri genitori insistono per farvi scegliere qualcosa che non vi interessa, domandate perché, esigete una risposta e delle spiegazioni precise e non vaghe. Senza paura. Probabilmente arriverete insieme a individuare gli errori di pensiero che ho descritto sopra.
Il dialogo è sempre la soluzione vincente.
Se sapete in quale direzione volete rivolgere la vostra vita, avete diritto di intraprenderla, di seguirla, di raggiungerla.
Se non sapete quale rotta intraprendere non disperate! Avete degli anni a disposizione per scoprire i vostri talenti e metterli a frutto quando sarete più adulti. Cercate cosa è adatto a voi in questo momento e vedete cosa accade. Farete incontri, avrete illuminazioni e momenti bui da mettere a frutto. E qualcosa nascerà.
Avete anche il diritto di sbagliare! Dagli errori si impara sempre qualcosa, e talvolta la lezione appresa dalle deviazioni di percorso è più istruttiva di quella conosciuta facendo tutto come dovrebbe essere fatto.
ALCUNI MITI DA SFATARE
- Se frequenti il Liceo, devi iscriverti per forza all’Università. Ovviamente è preferibile, ma non obbligatorio. Esistono infiniti corsi di formazione professionale e possibilità che a questa età può essere difficile conoscere e valutare adeguatamente.
- Se frequenti un Istituto Tecnico o Professionale trovi subito lavoro. No, la ricerca del lavoro è un processo complesso e complicato. Soprattutto poi potrai iscriverti all’Università e non necessariamente in un settore collegato a quello precedente.
- Se non hai mostrato buone capacità alle medie, non puoi frequentare il Liceo.
- Se hai mostrato buone capacità, devi iscriverti ad un Liceo.
Il periodo in cui si frequentano le scuole medie coincide con una fase dello sviluppo fisico e psicologico delicatissimo di voi ragazzi e ragazze, ricco di cambiamenti, anche rapidi, di alti e bassi difficilmente comprensibili che si ripercuotono sul vostro modo di essere e sullo studio.
In altre parole, non è detto che le cose andranno sempre come vanno ora: se oggi non sei molto motivato nello studio e non hai un buon rapporto con la scuola (materie, compagni, professori) non è detto che sarà sempre così.
E viceversa.
Ricordate: non esistono scuole facili o difficili.
Ogni scuola richiede impegno, cambia solo la sua natura.
- Bisogna scegliere una scuola che dia maggiori garanzie di ottenere un lavoro in età adulta.
Questo non è possibile. L’economia cambia rapidamente. Le richieste della società e del territorio in cui si vive possono essere molto diverse.
Non c’è una relazione lineare di causa effetto tra la scuola superiore frequentata e il lavoro che si svolgerà da adulti.
E’ sufficiente “intervistare” degli adulti, chiedere loro la propria storia scolastica e professionale. Parlate con diversi adulti. E vedrete quanti diversi fattori intervengono tra la realizzazione dei propri desideri e la realtà.
La scuola dovrebbe imparare a pensare con la propria testa, a scoprire i propri talenti, unici e che distinguono da tutti gli altri, indicare poi la strada per poterli perseguire. Dovrebbe anche insegnare un mestiere, ma qui, il nostro sistema scolastico ancora deve lavorare parecchio, anche se qualcosa si è mosso negli ultimi anni (vedi l’alternanza scuola-lavoro).
NON HO LA MINIMA IDEA DI COSA VORREI FARE!
Le domande da porti sono tre.
– Qualcuno ha sempre preso decisioni al tuo posto ed ora che devi scegliere per te non sai dove indirizzarti: ti sembra una responsabilità troppo grande?
– Non ti senti all’altezza di quello che vorresti fare?
– Non ti fanno sentire all’altezza di ciò a cui aspiri?
In questi casi forse potrebbe essere opportuno parlare con qualcuno di esterno alla famiglia, lo psicologo a scuola per esempio.
Tutti, ma proprio tutti hanno dei talenti e delle capacità, anche molte di più di quelle che si possa immaginare.
Tutto sta a riconoscerle e tirarle fuori.
Serve impegno e qualcuno che creda in te.
Se ancora non è successo è bene rimediare al più presto.
PER I GENITORI
Il bagaglio più importante, fondamentale, indispensabile che potete donare ai vostri figli in questo momento – e sempre – è la fiducia: fiducia in loro, fiducia sul fatto che ce la possono fare, qualunque cosa decideranno.
Un figlio o una figlia che possono contare sulla fiducia in loro che viene dai genitori hanno il carburante da cui attingere nei momenti di sconforto, o di fronte agli inevitabili fallimenti ed errori a cui andranno incontro.
Sentire che il genitore crede in lui dà la forza, lo stimolo, la fiducia per affrontare ogni difficoltà.
Con alcuni figli è più facile: perché vi somigliano, oppure perché non vi somigliano per niente.
Alcuni figli mostrano le “capacità” ed è semplice dargli fiducia.
Altri figli proprio no. Appaiono spauriti, svogliati, apatici, non si capisce proprio cosa hanno per la testa.
Questi figli hanno un tesoro custodito in loro, esattamente come gli altri, ma faticano a tirarlo fuori.
Hanno più bisogno loro della vostra fiducia, che non gli altri.
Perché questi figli fanno fatica? Perché non sono come volevate voi? Perché sono troppo simili a voi? E’ opportuno farsi e fargli qualche domanda supplementare.
I figli che hanno il sostegno dei genitori si riconoscono subito, così come si riconoscono quelli che non ce l’hanno.