Università e lavoro: cosa fare dopo la scuola superiore?

Università e lavoro: cosa fare dopo la scuola superiore?

Quando svolgo incontri di orientamento presso le scuole superiori mi trovo di fronte agli stessi dubbi, paure, pensieri irrazionali incontrati nei giovanissimi studenti e studentesse delle scuole medie.

Il pensiero irrazionale è un pensiero rigido e semplificato che rischia di condizionare la vita di una persona. Se non viene riconosciuto può fare tanti danni perché dà la direzione alla propria vita. 

A volte è un pensiero cosciente e può “lavorare” apertamente oppure in sottofondo, altre volte è totalmente incosciente, quindi si esprime sottoforma di “destino” – coazione a ripetere, trovarsi sempre le stesse situazione, ripetere sempre gli stessi errori –

“Non sono all’altezza delle aspettative che i miei genitori hanno su di me.”

“Non posso e non voglio fallire.”

“Quale Università mi garantisce il lavoro?”

“Troverò lavoro con la crisi?”

“Sarò in grado di portare avanti il percorso che mi piace?”

Le domande sono le stesse, ma le età differenti: la scelta compiuta a 14 anni e quella svolta a 19 differiscono in cinque anni di esperienza di scuola e di vita. E’ un’età difficile, la piena adolescenza, ricca di tutte le contraddizioni più nette e destabilizzanti che solo in questa epoca della vita si sperimentano in tutta la loro potenza. Tuttavia, in questo periodo si diventa maggiorenni, la legge riconosce una capacità di intendere e di volere e di essere responsabili per se stessi.

Se si diventa capaci di guidare una automobile, si presume l’abilità per guidare la propria esistenza e la capacità di dare una direzione alla propria vita.

La seconda licenza di guida è ben più difficile da ottenere, ed è sottoposta a continue revisioni e ripensamenti.

Quale direzione vorresti dare alla tua vita ora?

Nel corso della vita di ognuno ci sono delle intuizioni, dei momenti di verità intima e profonda che dicono qualcosa di noi, chi siamo, chi vorremmo essere, cosa vorremmo fare. Metaforicamente è la lampadina che si accende. E’ un lampo, è un attimo, ma di verità soggettiva. 

Accade nei momenti di vuoto, di noia, oppure nel momento magico dell’incontro autentico con un’altra persona.

“Io vorrei essere …..”

“Vorrei diventare ……”

“Mi sento portato per ……”

“Non vorrei mai fare…….”

“Sento che devo dirigermi per questa direzione….”

“Sento che vorrei diventare come lui/lei…”

Queste illuminazioni avvengono sin da bambini e non smettono di rivelarsi nel corso dell’intera esistenza.  

E succedono a tutti.

Ma subiscono destini differenti: possono essere ascoltate, coltivate, soffocate, nascoste, camuffate, e, la peggiore di tutte, razionalizzate. 

La paura – di non essere all’altezza – di non avere possibilità – degli ostacoli effettivi – veste di razionalità la verità profonda che ci riguarda e ci allontana dalla nostra vera strada.

Il percorso adatto per ognuno non è un destino prestabilito, è un sentiero che si costruisce seguendo gli indizi che la vita ci pone di fronte e coltivandoli.

Per cosa vale la pena – e la gioia – di fare dei sacrifici? 

Parto da questi presupposti:

– ogni persona ha il diritto e il dovere di seguire la sua strada;

– tutti  hanno avuto indizi ed intuizioni sulla direzione da dare alla propria vita, per alcuni sono più chiare e nette, per altri più nebulose e confuse.

In ogni caso, la strada da percorrere sarà ardua e perigliosa: sia che tu abbia le idee chiare, o che tu non abbia idea di cosa fare, ci saranno ostacoli da superare, alcuni intrinseci al percorso, altri dovuti agli eventi della vita.

Allora bisogna sapere bene a cosa si va incontro.

Se hai le idee abbastanza chiare rispetto a quale percorso lavorativo o universitario intraprendere.

– Sai cosa devi fare precisamente e concretamente per perseguire i tuoi obiettivi?

– Ti sei informato/a sull’iter previsto per legge per svolgere la professione o il lavoro in cui desideri cimentarti?

– Conosci qualcuno che svolge quel lavoro? Sai quale strada ha percorso effettivamente per arrivare a destinazione?

– Conosci la richiesta del mondo del lavoro riferita al settore in cui vorresti inserirti? Ti sei informato sulla domanda e sull’offerta, nazionale, internazionale e del luogo in cui vivi?

Nella mia esperienza mi rendo conto che molti ragazzi e ragazze non hanno la minima idea di cosa bisogni fare per raggiungere un obiettivo lavorativo. Questa mancanza è inammisibile per poter fare una scelta consapevole.

E’ fondamentale informarsi attivamente sulle azioni concrete da effettuare: iter universitario, piano di studi, obblighi di legge, sbocchi lavorativi “sulla carta”. Il web offre tutte i dati necessari, a patto di informarsi dalle fonti ufficiali.

Tuttavia è indispensabile conoscere anche la realtà effettiva del mondo del lavoro.

Questa non si trova scritta da nessuna parte. 

E’ custodita nelle storie singole di ogni persona.

Fatevi raccontare la storia delle persone intorno a voi.

Vuoi fare l’avvocato? Chiedi a chi svolge questa professione come ci è arrivata concretamente. 

Vuoi lavorare in una grande azienda? Parla con qualcuno che ci si trova dentro. 

Vorresti vivere di un lavoro che a che fare con la creatività e l’arte? Fatti raccontare la storia di chi ce l’ha fatta. 

Domandate a più di una persona, e riflettete su tutte le difficoltà e le incongruenze di ognuna di loro.

Vi spaventerete.

Tutti si sono confrontati con difficoltà e problemi che non sospettavano. 

Qualcuno si è trovato a svolgere un lavoro e non sa come ci è arrivato di preciso. 

Alcuni avevano sogni che non hanno avuto il coraggio di coltivare, altri non ne hanno avuto la possibilità per eventi di vita che ne hanno deviato quasi obbligatoriamente il percorso. 

C’è chi aveva aspettative troppo alte. 

C’è chi si è accontentato di target bassi per paura, o convinzione, di non poter fare di più.

Ci sono soddisfazioni e gioie, ma bisogna lavorare sodo: ci vogliono costanza, fatica ed un pizzico di fortuna.

Seminate: fiorirà l’atteso e spunterà l’ inaspettato.

Interrogatevi onestamente su cosa vale la pena fare dei sacrifici per la Vostra Vita. 

Domandatevi sinceramente e fattivamente per cosa vale la gioia di iniziare. 

Farete scelte: alcune giuste, altre sbagliate. 

Vi sarà dato sapere l’esito solo a scelta effettuata, non prima

Bisogna rischiare. Non azzardare, ma fare un piccolo salto nel buio cercando di dare luce e ascolto a quegli indizi, quelle piccole grandi verità che appartengono solo a noi e di cui siamo responsabili.

Vorresti frequentare la Facoltà di psicologia?

Bisogna fare un discorso a parte. Chi sente il desiderio di iscriversi a questa Facoltà deve porsi subito una domanda: vuole frequentare Psicologia perchè sente il desiderio di conoscer meglio se stessa? O vorrebbe capire perchè un familiare non sta bene? Oppure desidera fare questo percorso perchè ha intenzione di lavorare come psicologo o psicologa? Sa in cosa consiste questo lavoro?

Rispondendosi onestamente a questa domanda si ha subito una informazione importante.

Se si avverte la necessità di capire se stessi o un proprio familiare bisogna rivolgersi ad uno psicologo.

Ci si iscrive a psicologia se si conosce in cosa consisterà tutto il percorso, quello relativo all’istruzione e quello specifico lavorativo.

Per avere informazioni tecniche più dettagliate potete consultare il sito www.diventarepsicologo.com/

Oppure sentite chi svolge questa professione.

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